La psicologia di una homepage
La psicologia di una homepage ben strutturata
Il cervello umano reagisce e interagisce con un’interfaccia online in base a codificati principi mentali che impattano, di conseguenza, sull’esperienza d’uso complessiva e che vanno tenuti in forte considerazione durante la progettazione della homepage, la pagina più esposta di un sito web. Analizziamo, dunque, gli impatti psicologici più diffusi.
- Apprendibilità (learnability):la home deve essere facile da imparare, in modo che l’utente possa velocemente iniziare a lavorarci. L’apprendibilità è un attributo vitale per i siti cosiddetti zero-learning-time: indica il tempo necessario per eseguire i compiti previsti in modo corretto.
- Piacevolezza (likeability): se una home è piacevole, confortevole e attraente l’utente sarà più soddisfatto, meglio predisposto a restare nel sito e più propenso a concedere piccoli errori o intoppi.
- Memorabilità (memorability): la home deve essere facile da ricordare, in modo che l’utente saltuario sia in grado di tornare a usarla anche dopo un lungo periodo di inutilizzo, senza la necessità di dover nuovamente imparare qualcosa. Inviti all’uso (affordance): la home deve avere la capacità di ridurre al minimo il processo di recupero mnemonico perché, una volta appreso, non si dimentica. In tal senso è sempre opportuno curare degli inviti all’uso degli elementi grafici presenti nell’interfaccia. L’affordance è la proprietà, reale e percepita, di un oggetto che invita, attraverso la sua apparenza visiva, a una certa modalità d’utilizzo, diminuendone di conseguenza il carico cognitivo.
- Errore:la home deve ridurre le potenzialità di svista e limitare l’impatto dell’errore stesso sul compito dell’utente. Deve garantire il ritorno da percorsi scorretti e non deve instradare errori di percorso irreversibili.
- Consistenza (consistency):a partire dalla homepage, e poi a cascata in ogni sottopagina, gli aspetti del dialogo devono essere uniformi e coerenti all’interno del sito per garantire la cosiddetta “consistenza interna”: linguaggio (icone, parole associate agli stessi comportamenti), grafica complessiva (colori, aspetto estetico), effetti (comandi, azioni) e presentazione delle informazioni (collocamento, posizione). L’interazione deve, altresì, assicurare “consistenza esterna” tramite il rispetto degli standard e delle convenzioni già diffuse sul Web.
IL PRINCIPIO DI PROSSIMITÀ
Per essere rilevante, un contenuto deve rispettare il principio che io definisco di “prossimità”, e che si può riassumere in questo modo: una notizia è tanto più rilevante quanto più è vicina al destinatario del messaggio.
La prossimità può essere di più tipi: Prossimità fisica se l’evento è prossimo nello spazio (se ci vengono presentate due notizie identiche, ma la notizia A ha come luogo dell’evento la città in cui viviamo o siamo nati e la notizia B un luogo per noi indifferente, leggeremo senza dubbio prima la notizia A e poi la notizia B).
Prossimità empaticase l’evento coinvolge una delle nostre passioni o uno dei nostri interessi personali o professionali (se io sono un tifoso di basket appassionato dei Los Angeles Lakers, e non amo il calcio, se mi vengono presentate due notizie, una sulla campagna acquisti dei Lakers e l’altra sulla vittoria del campionato del mondo di calcio, è plausibile legga prima, o comunque con più attenzione, la notizia sui Lakers).
Prossimità sociologicase l’evento è prossimo alle mie caratteristiche individuali o sociali (se sono genitore farò più attenzione alle notizie che riguardano i bambini e, soprattutto, quelle che riguardano quelli dell’età di miei figli). Non necessariamente, all’interno di questa formulazione, la prossimità è cronologica: vale a dire che un evento più vicino a me nel tempo non per questo è più “prossimo” ai miei interessi. Il principio di prossimità è anche quello che regola l’attenzione di un utente nei confronti della homepage di un sito.
Da qui l’importanza di analizzare con attenzione il profilo di chi visita le nostre pagine per poter proporre a ciascuno contenuti rilevanti, anche a patto di pensare diverse home da proporre a diversi utenti. Consideriamo, per esempio, un sito di ecommerce. Se l’utente che sta visitando la pagina è donna, di sicuro vorrà visualizzare subito i prodotti di moda e non gli accessori auto; l’inverso per un utente uomo. Certo, ci sono donne che amano la meccanica e uomini fanatici della moda, ma raccogliendo anche questi dati, magari con uno strumento che analizzi le ricerche fatte sul sito da quell’individuo, sbaglieremo una volta e saremo in grado di non perseverare nel nostro errore.