Come ottimizzare sito per Google Voice Search
Il 50% delle ricerche online avverranno senza digitare
E’ quanto emerso da uno studio condotto dalle KPCB internet trends, che identifica quindi come punto di svolta cruciale l’ottimizzazione dei contenuti online per la ricerca vocale.
Vediamo nel dettaglio di cosa di tratta la Voice Search.
Che cos’è la Voice Search?
La ricerca vocale non è altro che una ricerca realizzata semplicemente comunicando con un device e quindi senza la digitazione delle famose keywords su un motore di ricerca.
La tecnologia si basa sul riconoscimento delle parole pronunciate dall’utente e trasformate quindi in una ricerca effettiva di quanto pronunciato.
Sebbene sia una tecnologia già presente da diversi anni, soltanto nel recente periodo sta diventando un elemento di evoluzione dell’attività di ricerca online.
In sostanza così come i device vengono ottimizzati per questa tecnologia, anche i siti web possono predisporsi per rispondere alle ricerche vocali.
La Voice Search impatta sulla SEO?
Da gennaio 2018 contiamo circa 1 miliardo di ricerche medie mensili in Voice Search potendo quindi affermare che è fondamentale dare una risposta SEO alle ricerche vocali.
Questo perché la SEO che risponde ad una ricerca “digitata” non risponde alle stesse ottimizzazioni necessarie per una ricerca vocale.
Alcune ottimizzazioni per la ricerca tradizionale non sono utili ai fini di una ricerca vocale e quindi è necessario ottimizzare sito per google voice search.
Vediamo insieme alcune ottimizzazioni che una agenzia di comunicazione deve tener presente in sede di Voice Search:
1. Rendere al minimo il tempo di caricamento del sito web
Come per la normale seo anche in questo caso Google premia i siti che caricano velocemente, quindi a tal fine occorre assicurarsi che:
- il sito sia responsive ed adattabile su tutti i device
- le immagini siano ottimizzate
- i file siano compressi
- sia attivo un sistema di cache
- tempo di risposta del server ridotto
2. Scrivere i contenuti così come verrebbero “pronunciati” e dare risposte a domande
Differentemente dalla tradizionale ottimizzazione SEO, per la ricerca vocale avremo bisogno di immaginare come verrebbe pronunciata la ricerca: quando digitiamo su google in sede di ricerca generalmente utilizziamo solo le keywords utili alla stessa, ma molto spesso la ricerca vocale non avviene allo stesso modo.
La ricerca vocale generalmente predilige le long-tail, quindi se stiamo effettuando la ricerca web agency napoli saremo portati a effettuare la ricerca sotto forma di domanda quindi potremmo avere: qual è la migliore web agency napoli ?
Inoltre la ricerca verrà pronunciata quasi a livello elementare, quindi non rendete troppo sofisticati nei contenuti sul vostro sito web.
3. Avere featured snippets di qualità
Collocare le parole chiave della nostra ricerca all’interno degli snippets rappresenta un vantaggio considerevole in termini SEO, soprattutto se il contenuto è scritto e percepito come di qualità.
4. Dare importanza alla localizzazione
Una buona percentuale di ricerche viene fatta con l’intenzione di individuare soluzioni a breve distanza, quindi cercare di ottimizzare i testi sulla base di keywords come “vicino a me”, “in zona” o altro può sicuramente premiare in sede di risultati di ricerca.
5. Avere ben chiara l’intenzione di ricerca
Se il tuo utente target generalmente effettua una ricerca informativa occorre dare in termini di contenuto una risposta informativa sul sito web.
Quindi il contenuto conterrà una serie di informazioni utili all’utente che saranno scritte al fine di fornire quante più risposte possibili.
Se invece l’utente target è in cerca di un prodotto che intende acquistare va da se che la terminologia sulla pagina da ottimizzare deve contenere l’intenzione di acquisto.
Conclusioni
Stando ai dati la ricerca vocale impatterà in maniera consistente nei ricavi dei brand presenti online e quindi ottimizzare sito per google voice search.
Diamo un piccolo dato: la ricerca vocale ha prodotto $1.8 miliardi negli incassi di Amazon e questo dato pare dover crescere a $40 miliardi nel 2022.
E’ ovvio che il termine di paragone non può essere rappresentato da Amazon, ma se il primo player del commercio online sta investendo in questo trend è bene cominciare a registrarsi in tal senso.