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15/01/2018
admin

10 Cose da Sapere sulla Customer Base

10 Cose da sapere sulla tua Customer Base

Quanto conosci i tuoi clienti?

La risposta a questa domanda è più che complessa. Un modo per collezionare dati ed elementi per poter definire il grado di conoscenza della propria customer base è sicuramente affidarsi agli input provenienti dalla psicologia.

Di seguito elenchiamo alcuni aspetti da tenere ben presenti al fine di realizzare un rapporto positivo verso la propria customer base.

  1. Un “buon servizio” è sempre preferito ad un “servizio veloce”:

un cliente che ha ricevuto un servizio qualitativamente impeccabile come un sito web è più propenso a ricordare positivamente l’esperienza e a condividerla con potenziali nuovi utenti. Il dato interessante è che coloro che invece hanno ricevuto un livello di servizio basso tendono ad abbandonare il brand il 18% in più rispetto a chi ha ricevuto un servizio “lento”;

  1. I clienti amano la personalizzazione del servizio:

far percepire che il servizio appena ricevuto è stato elargito come un qualcosa di diretto alla sua persona e non sparato nel mucchio è un arma di fidelizzazione importante nell’economia di un’attività di branding;

  1. I clienti amano essere “chiamati per nome” dal brand:

restando in tema di personalizzazione, secondo alcune ricerche i clienti apprezzano tantissimo leggere il proprio nome nelle “conversazioni” con il brand. E’ molto importante fare in modo che tutti i messaggi rivolti al cliente chiamino lo stesso per nome, al fine di far percepire una sorta di familiarità e senso di appartenenza;

  1. I clienti amano le sorprese:

è semplice psicologia umana, tutti amano le piacevoli sorprese e la tua customer base non è da meno. Presentare sconti su misura o particolari promozioni personalizzate stimola positivamente il processo di fidelizzazione;

  1. Anche la customer base ama la gentilezza:

non necessariamente un processo di fidelizzazione deve essere costoso ed oneroso per chi deve metterlo in pratica. Immaginare i propri clienti come esseri spietati focalizzati solo sull’aspetto economico è un gravissimo errore di valutazione. Partendo dalla semplice mail di ringraziamento per l’acquisto fino a attività più studiate di fidelizzazione, il cliente, così come ogni essere senziente, ama gesti di gentilezza e cordialità;

  1. Far parte di un programma fedeltà non deve richiedere eccessivo sforzo:

la resistenza ad accettare programmi o sottoscrizioni verso un servizio è cosa ormai nota e consolidata in tutti i settori, soprattutto nel settore della vendite su siti commerce. Secondo alcuni studi questa resistenza è facilmente scardinabile includendo automaticamente i clienti nei programmi fedeltà, senza quindi la necessità di azioni da parte degli stessi;

  1. I clienti amano le storie:

lo story telling è una pratica molto diffusa fra i top brand mondiali. Vendere prodotti/servizi attraverso una storia rappresenta una tecnica molto persuasiva per i clienti, in quanto, come in un buon libro, li si trasporta in una dimensione alternativa in cui il determinato prodotto/servizio diventa un qualcosa di estremamente desiderabile e desiderato;

  1. Saper ascoltare i clienti non è solo una buona pratica di fidelizzazione:

in numerosi casi, molte innovazioni di prodotto/servizio sono nate da spunti proposti da clienti affezionati al brand. Facile individuare una situazione WIN-WIN: ascolto e fidelizzo clienti ed in più ottengo spunti per innovare ed aumentare il ciclo di vita del brand;

  1. Il concetto del “tempo speso bene”:

numerosi brand fanno del proprio cavallo di battaglia non un prezzo basso o un gusto particolare, ma il tempo speso bene. I clienti amano associare momenti e ricordi piacevoli mentre usufruiscono del prodotto/servizio proposto.

  1. I contenuti che utilizziamo influenzano il comportamento ed il modo di pensare:

proporsi con determinati contenuti indirizza la customer base in precise direzioni e verso specifiche azioni. Concentrare la comunicazione su componenti che “inneggiano” al denaro produrrà azioni più egoistiche e meno predisposte al concetto di sharing, quindi è importante pianificare la comunicazione in modo tale da indirizzare verso comportamenti prevedibili e desiderati.

Square Media Agency

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