Crollo Facebook -19% perdita di 120 miliardi
Ormai è la notizia più fragorosa in questa settimana di borsa mondiale: le azioni Facebook sono crollate del 19% con una perdita di capitalizzazione di 120 miliardi di dollari.
Parliamo della “perdita” più importante mai avvenuta in un solo giorno a Wall Street.
Ovviamente già gira avventatezza nell’addossare le colpe agli scandali elezioni/Russia e Cambridge Analytica.
Un attimo di chiarezza.
Lo scandalo di Cambridge Analytica ha si fatto crollare il valore delle azioni Facebook.
Ma a marzo.
Ed è durato meno di una settimana.
Da allora il valore delle azioni è stato in costante crescita fino a mercoledì.
Prima di saltare a conclusioni sarebbe meglio capire la cronologia degli eventi.
Analizziamo nel dettaglio cosa è accaduto.
In un giorno solo il valore di un’azione è passato da 217 dollari a 176 dollari (sebbene si fosse già registrato un calo del 23% poche ore prima a borse chiuse). La causa è da individuare nella reazione degli investitori di fronte ai dati dell’ultima trimestrale.
Il paradosso è proprio questo: Facebook cresce in tutto, più utenti iscritti, capitalizzazione di circa 500 miliardi di dollari, 13 miliardi di dollari di ricavi nell’ultimo trimestre in aumento del 42%, come riportato nel nostro precedente articolo:
Il vero problema è che nell’ultimo trimestre Facebook non ha rispettato le previsioni di crescita sui ricavi (in crescita) e sulla crescita degli utenti (in crescita).
Quindi, stiamo parlando di un’azienda sull’orlo del fallimento?
No.
Sono “semplicemente” state inattese le aspettative di crescita degli investitori che, a loro volta, non vedendo centrate le previsioni hanno pensato di vendere le azioni in possesso perché convinti che il valore delle azioni stesse non possa crescere ulteriormente e quindi hanno pensato di capitalizzare quanto più possibile.
Il dato negativo più importante è stata la crescita più bassa rispetto alle aspettative:
- Crescita effettiva dell’11%
- Crescita attesa 13%.
Mentre l’utile attesa ho superato le previsioni degli analisti:
- 1,74 dollari per azione effettivi;
- 1,72 dollari per azione attesi.
Il dato più importante da segnalare è la crescita del pessimismo sia del management che degli investitori, che potrebbe condurre ad una crisi prolungata anche per i prossimi trimestri.
Ovviamente ora sta al management comunicare con maggiore chiarezza le previsioni dei prossimi trimestri e definire il piano operativo per la ripresa.
Non migliora la situazione la prima causa legale messa in atto dall’azionista James Kacouris contro Facebook e Zuckemberg per aver aver diffuso dati inesatti sulle prospettive di crescita del colosso statunitense.
Se il default è un evento ad oggi quasi impossibile ed improbabile, quello sul quale potremmo scommettere qualche piccolo risparmio è un cambio del management ed anzi, crediamo che il mantenimento di un dirigente che sulla base di erronei dati di crescita causa una perdita così importante in un giorno solo, sarebbe una prova di fiducia assolutamente considerevole.
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